venerdì 22 dicembre 2006

Cristianesimo e capitalismo

Ieri sera sono uscito con delle persone, andiamo in un risto-pub ( queste nuove tipologie di locali che insieme svolgono centinaia di funzioni commerciali, in cui puoi fare di tutto dal bere una birra al comprare una casa, mentre giochi al videopoker e osservi l'icona del papa disposta accuratamente dal propietario a difesa del suo locale e contro la gura, spirito malefico della superstizione) e mentre in sottofondo si svolgeva una sfida canora al karaoke ( manifesazione della incapacità di vivere in assenza di esibizionismo) mi viene in mente una domanda che porgo al mio compagno di alluvione: " ma tu... ti interessi di politica?". Mentre attedevo curioso la risposta svolgevo le mie speculazioni filosifiche e statistiche giocando a dadi con la mia intuizione quando ad un certo punto noto un tale impegno nel preparare la risposta che penso tra me "ok è fatta,ci siamo,almeno non è un'ameba" ( rischio molto frequente quando si fanno nuove amicizie). Assumendo lo sguardo da Cicerone e atteggiamento parlamentare mi confida " si, mi interesso di politica, non mi piacciono i partiti, non credo nel pubblico, nello stato, mi piace Berlusconi anche se non sono di Forza Italia, apprezzo le capacità dialettiche di Fini. Tu invece mi sembri più dell'altro lato ( ed io penso a Nicki Vendola, lui sì' che è dell'altro lato...) diciamo che mi sembri comunista!" e aggiunge " mio padre è comunista non ti dico che casini a casa! pensa che io prima, fino ai 18 anni, ero iscritto al Fronte NAzionale!"e a quel punto nella mia mente scattano le immagini del facismo, duce, parate, preti e borghesi che in compagnia di giovani balilla cantano " giovinezza, giovinezza primavera....olelè olalà".Bevendo la Miller ( penso al mio amico Fabrizio in assenza del quale non riesco ad alluvionarmi) dico " bè diciamo che sono un cattolico non praticante di sinistra o in altri termini un egualitarista della crescita" a quel punto giro lo sguardo verso di lui e immagino di trovarlo morto sotto un vocabolario o fuggito in cerca di una ecicolpedia o defunto suicida. Bè certo penso tra me , non vale, io la risposta me l'ero preparata! Cmq mi risponde " strano...se sei cattolico dovresti essere di destra come me!".

A questo punto nasce in me la seguente riflessione sul Cristianesimo e capitalismo:

il cristianesimo è rivelazione divina , il capitalismo invece è quella particolare forma di sviluppo economico, civile e sociale che si è affermata empiricamente ed evoluzionisticamente, con la forza, perchè più capace di produrre benessere individuale e sociale di ltri sistemi. Dunque in realtà il cristianesimo e il capitalismo sono su sfere diverse,mparagonabili, non sono controntabili perchè l'uno, il cristianesimo è rivelazione dello spirito divino, l'altro il capitalismo è dominio della materia. Certo è vero che poi gli uomini vivono la propria esistenza biografica essendo sia spirito che materia e quindi poi alla fine è nella vita degli uomini che stridono le contrapposizioni che sono però per lo più formali o costruite. E' ovvio cioè che anche il credente, come l'ateo, vive nella società, nel capialismo ed anche se la sua vita non si esaurisce nello stesso , perchè il capialismo non può contenere ed estinguere il cristianesimo, il credente deve purtuttavia scegliere se schierarsi a destra o a sinistra nel momento in cui ovviamente abbia scelto di dedicarsi all'attività politica.Mi domando a questo punto. Qual'è la scelta ottimale per un credente? Il cristiano insomma è di destra o di sinistra? Se applichiamo le definizioni tradizionali di destra ( cioè conservazione dell'ordine sociale esistente e dell'attuale struttura di potere) e di sinistra ( cioè cambiameentodell'ordinamento sociale e di potere) allora diciamo che un cristiano in politica è sia di destra che di sinistra, nel senso che da un lato difende le istituzioni tradizionali della società ( famiglia, lavoro, gerarchia) e dall'altro attacca le diseguaglianze ( e quindi cambia la società in senso egualitarista). Ecco perchè molto spesso si parla di centro e di moderati. Ed ecco perchè in asenza di una grande forza politica di ispirazione catolica, cioè moderata e di centro, che operi nella società, alla fine si perde il significato di destra e sinistra. Solo se esiste un partito di centro è possibile affermare nella duplice contrapposizione competitiva un'identità di sinistra non conservatrice e di destra non rivoluzionaria, consentendo alla società di svilupparsi senza perdere le tradizioni e senza limitare il progresso dell'individuo.

E mentre pensavo tutto questo e ne parlavo con il mio amico vedevo che anche lui la pensava così e mi dice alla fine " però sei uno strano comunista" ed io a lui " anche tu non scherzi come conservatore!".

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