Il postmoderno è l'incredilità nei confronti delle metanarrazioni.( Lyotard)
In sintesi si tratta della mancanza di autorevolezza del pensiero e delle azioni "forti" cioè delle visioni e delle politiche militari ed economiche totalizzanti la sostanza della società, che hanno cioè un progetto preciso di cosa deve essere la società intesa nel suo complesso e la direzione che essa deve prendere.
Tuttavia la condizione postmoderna rischia di essere puramente formale perchè l'assenza di credibilità nelle metanarrazioni si accompagna alla presenza di una fede cieca nella tecnica e nella sua pragmatica logico-matematica formale, vale a dire nel totalitarismo metodologico, al quale oggi si demanda il controllo di ogni aspetto della vita umana.
Si è passati cioè da una società orientata a progetti comuni e condivisi ( comunismo, fascismo, emancipazioni umaniste) ad un relativismo in cui l'individuo non mette in discussione la società, ma chiede di essere soddisfatto nelle sue aspettative personali attraverso l'acquisto e il consumo di "metodologie" per il raggiungimento della felicità e del benessere individuale inteso come autonomo, assoluto, slegato dalla felicità altrui o dalla concezione del benessere generale.
Queste metodologie sono derivate dalla scienza economica, ovvero dalla disciplina che viene utilizzata per il governo dell'esistente dai soggetti della global governance tecnostrutturale, che ha imposto come unico criterio di scelta "l'efficienza razionale" dell'homo oeconomicus, la quale si impone erga omnes come nuovo totalitarismo, il totalitarismo metodologico.
martedì 11 marzo 2008
Il minimal state come partenza
Partire, nell'analisi economica, da una prospettiva di minimal state significa svolgere il proprio pensiero di politica economica in una ottica libertaria.
Si accetta cioè l'esistenza dello Stato ma solo come una presenza momentanea nell'attesa della sua definitiva sottomissione al mercato e della sua estinzione storica.
Sostenere il minimal state come punto di partenza non significa partire dal minimal state che costituisce l'approdo dei classici, ma piuttosto partire da una analisi libertaria.
I sostenitori del minimal state di partenza pensano infatti che lo Stato non debba svolgere funzioni di controllo del mercato ma debba solo garantire l'amministrazione della giustiza per tutelare i contratti e la proprietà privata nell'aspettativa di una privatizzazione totale della società.
Si accetta cioè l'esistenza dello Stato ma solo come una presenza momentanea nell'attesa della sua definitiva sottomissione al mercato e della sua estinzione storica.
Sostenere il minimal state come punto di partenza non significa partire dal minimal state che costituisce l'approdo dei classici, ma piuttosto partire da una analisi libertaria.
I sostenitori del minimal state di partenza pensano infatti che lo Stato non debba svolgere funzioni di controllo del mercato ma debba solo garantire l'amministrazione della giustiza per tutelare i contratti e la proprietà privata nell'aspettativa di una privatizzazione totale della società.
Il minimal state come approdo
L'approdo al minimal state è tipico della tradizione liberale-liberista e cioè classica perchè in questa analisi si parte dal dato di fatto che l'economia è compressa dal controllo dello Stato inteso in senso moderno.
In effetti l'analisi dei classici ( Smith, Ricardo, Mill e coloro i quali si richiamano ad essi compreso Voh HAyeck e SChumpeter), partiva da una realtà storica in cui lo Stato non consetiva alle imprese, alle banche, ai commercianti, agli imprenditori e alla loro microeconomia, di svilupparsi in modo autonomo.
Lo stato tendeva a comprimere l'economia di mercato nel tentativo di conservare lo status quo, rappresentato per lungo tempo dai proprietari terrieri, di miniere, e dalle compagnie di import-export pdi proprietà pubblica e dall'aristocrazia di rango oltre che dai funzionari/notabili dello Stato.
Partendo da questa situazione reale i sostenitori del liberalismo classico pensarono di liberare le forze attive dela società borghese, approdando al minimal state, chiedendo cioè allo Stato di ridurre la propria sovranità in materia economica.
Tuttavia il minimal state come approdo nella tradizione classica richiede allo Stato Moderno di impiegare le risorse derivanti dal pagamento delle imposte per la fornitura dei servizi essensiali, dell'istruzione, dell'amministrazione della giustizia, del controllo dell'effettiva presenza di libertà politiche, e del controllo del libero mercato contro il monopolio e l'oligolpolio, della ricerca e dello sviluppo dell'impresa nascente.
In effetti l'analisi dei classici ( Smith, Ricardo, Mill e coloro i quali si richiamano ad essi compreso Voh HAyeck e SChumpeter), partiva da una realtà storica in cui lo Stato non consetiva alle imprese, alle banche, ai commercianti, agli imprenditori e alla loro microeconomia, di svilupparsi in modo autonomo.
Lo stato tendeva a comprimere l'economia di mercato nel tentativo di conservare lo status quo, rappresentato per lungo tempo dai proprietari terrieri, di miniere, e dalle compagnie di import-export pdi proprietà pubblica e dall'aristocrazia di rango oltre che dai funzionari/notabili dello Stato.
Partendo da questa situazione reale i sostenitori del liberalismo classico pensarono di liberare le forze attive dela società borghese, approdando al minimal state, chiedendo cioè allo Stato di ridurre la propria sovranità in materia economica.
Tuttavia il minimal state come approdo nella tradizione classica richiede allo Stato Moderno di impiegare le risorse derivanti dal pagamento delle imposte per la fornitura dei servizi essensiali, dell'istruzione, dell'amministrazione della giustizia, del controllo dell'effettiva presenza di libertà politiche, e del controllo del libero mercato contro il monopolio e l'oligolpolio, della ricerca e dello sviluppo dell'impresa nascente.
Libertarismo
Il libertarismo è una corrente di pensiero che afferma contemporanenamente la centralità dell'individuo dotato di libertà assolute e non comprimibili, la difesa della proprietà privata come diritto essenziale, la lotta allo Stato inteso come pubblico potere che limita la libertà individuale e di impresa e usurpa la proprietà privata.
Per il libertario la libertà individuale è senza limiti e si accompagna al diritto di proprietà e alla libertà di impresa che non sono "diritti economici" ma assurgono alla funzione di valore morale.
Il libertarismo si distingue in due branche una moderata, il minimal state, e l'altra estremista, l'anarco-capitalismo.
La differenza tra le due consiste nel fatto che mentre nel minimal state si accetta che lo Stato svolga alcune funzioni consistenti nell'amminisgtrazione della giustizia e nel mantenimento dell'ordine interno, tutelando cioè i contratti e la proprietà privata , nell'anarco-capitalismo si pensa che anche queste funzioni debbano essere privatizzate e sottoposte al mercato.
Nonostate i libertarti si intendano come continuatori della tradizione liberale è necessario sottolineare che questa affermazione deve essere rigettata certamente per l'anarco-capitalismo ma anche per le forme più marcate di minimal state, il minimal state di partenza, poichè esse tutte si fondano sul principio della estromissione dello Stato dall'economia e sull'assenza di diritti di alterità.
Nel pensiero liberalista-liberale invece lo Stato deve intervenire nel mercato per tutelare l'impresa nascente e la libera concorrenza dal pericolo di monopolio e di oligopolio, e del resto nel liberismo-liberale il diritto alla libertà individuale è un bene pubblico tutelato dallo Stato, laddove nel libertarismo è compito del singolo tutelare se stesso.
Per il libertario la libertà individuale è senza limiti e si accompagna al diritto di proprietà e alla libertà di impresa che non sono "diritti economici" ma assurgono alla funzione di valore morale.
Il libertarismo si distingue in due branche una moderata, il minimal state, e l'altra estremista, l'anarco-capitalismo.
La differenza tra le due consiste nel fatto che mentre nel minimal state si accetta che lo Stato svolga alcune funzioni consistenti nell'amminisgtrazione della giustizia e nel mantenimento dell'ordine interno, tutelando cioè i contratti e la proprietà privata , nell'anarco-capitalismo si pensa che anche queste funzioni debbano essere privatizzate e sottoposte al mercato.
Nonostate i libertarti si intendano come continuatori della tradizione liberale è necessario sottolineare che questa affermazione deve essere rigettata certamente per l'anarco-capitalismo ma anche per le forme più marcate di minimal state, il minimal state di partenza, poichè esse tutte si fondano sul principio della estromissione dello Stato dall'economia e sull'assenza di diritti di alterità.
Nel pensiero liberalista-liberale invece lo Stato deve intervenire nel mercato per tutelare l'impresa nascente e la libera concorrenza dal pericolo di monopolio e di oligopolio, e del resto nel liberismo-liberale il diritto alla libertà individuale è un bene pubblico tutelato dallo Stato, laddove nel libertarismo è compito del singolo tutelare se stesso.
Globalizzazione
La Banca mondiale definisce la globalizzazione come "the growing integration of economies and societies around the world".
Si tratta di una definzione stringata di globalizzazione che tuttavia capta il significato essenziale della stessa. La globalizzazione è innanzitutto un fenomeno di crescente integrazione a livello mondiale.
Si tratta di una definzione stringata di globalizzazione che tuttavia capta il significato essenziale della stessa. La globalizzazione è innanzitutto un fenomeno di crescente integrazione a livello mondiale.
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