venerdì 22 dicembre 2006

No al trade off tra eutanasia e welfare

La Costituzione italiana all'art 32 al primo comma dispone che "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti", si tratta di una disposizione dalla quale trae origine la pubblicità del Sistema Sanitario Nazionale poichè è appunto compito della Repubblica assicurare che a tutti ( attenzione non soltanto ai cittadini, ma in generale agli individui, quindi anche a chi non è in possesso della cittadinanza) vengano garantite le cure necessarie. Quindi assicurare la salute dei cittadini è un dovere dello Stato. Lo stesso articolo 32 della Costituzione al secondo comma dispone che "Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana".Il che significa che il dovere dello Stato di curare gli individui nell'interesse della collettività è sottoposto ad un unico limite, quello relativo al diritto dell'individuo di non essere curato coercitivamente. In realtà poi il padre costituente dispone che che il diritto dell'individuo di non essere curato coercitivamente può essere rimosso con la legge " se non per disposizione di legge", ma comunque la legge non può violare il limite ultimo rappresentato "dal rispetto della persona umana". cioè in sintesi:
Lo Stato deve curare tutti quelli che ne hanno bisogno;
Lo Stato non può usare la forza per curare a meno che ciò non sia stabilito nella legge ordinaria;
La legge ordinaria che dispone il trattamento sanitario coercitivo non può contrastare con il limite del rispetto della persona umana.
Ora bisogna domandarsi in che cosa si può concretizzare il limite del rispetto della persona umana?
La soluzione è sempre nella costituzione che stabilisce i diritti fondamentali della persona.
Tra questi diritti non vi è il diritto all'eutanasia.
Dunque l'introduzione del diritto all'eutanasia dovrebbe avvenire con una modifica della Costituzione, rispetto alla quale il legislatore ordinario possa legiferare senza incorrere in dubbi di legittimità costituzionale.
Ora se il procedimento di novazione degli istituti di diritto pubblico si sviluppasse con l'introduzione di un nuovo diritto nella sua compatibilità con l'impianto costituzionale, non vi sarebbero problemi, certo si direbbe, è una questiopne etica ( come del resto ve ne sono tante nella Costituzione) ma comunque risolvibile fermo restando i diritti acquisiti. Ma se invece si stabilisse un trade off tra diritto individuale alla salute e dovere dello Stato di curare gli indigenti allora la quesitone potrebbe risolversi negativamente per la Democrazia e la Finanza Pubblica.vediamo perchè.
Il legislatore potrebbe non consacrare il diritto all'eutanasia nella Costituzione ( che tante polemiche porterebbe se venisse introdotto) ma potrebbe scegliere ( e ciò ha una sua grande convenienza economica) semplicemente di modificare l'art 32 della Costituzione rimuovendo la parte in cui è stabilito che esiste un Dovere dello Stato a curare. Se cioè non esistesse un Dovere dello Stato ( così assoluto nell'attuale ordinamento) allora esisterebbe certo maggiore libertà per i cittadini che potrebbero decidere, non esistendo un dovere a curare, di non farsi curare o di fermare le cure nel momento desiderato. Se venisse rimosso il Dovere dello Stato e se poi i cittadini decidessero di non farsi curare allora in effetti vi sarebbe spazio per l'attuazione amministrativa dell'eutanasia anche se questa non fosse oggetto di diritto autonomo.Si potrebbe dire:" bene! E' la strada più facile" certo ma è anche la più sconsiderata e vediamo perchè nascerebbero problemi per la Democrazia e la Finanza Pubblica.
Se si rimuove il Dovere dello Stato a curare allora è come se si aziendalizzasse, si privatizzasse tutto il settore della sanità.
Non esistendo il dovere dello Stato a curare, non esisterebbe neanche il Servizio Sanitario Nazionale ( e questo è il pericolo per la Democrazia) ,ed inoltre si potrebbero introdurre in Italia quelle assicurazioni sanitarie private che tanto successo hanno nei sitemi sanitari di altri Stati ( e questo è il problema di Finanza pubblica).
Certo questo è un worst case scenario ( il peggiore possibile) ma immaginiamo anche soltanto una soluzione di compromesso. Si limita il dovere dello stato ( senza eliminarlo ) , consentendo da un lato l'eutanasia ( senza stabilirne il diritto ) e dall'altro le assicurazioni sanitarie private assestando un bel colpo al Sistema sanitario.
Ecco perchè sarebbe meglio che il diritto all'eutanasia venisse considerato autonomo rispetto al Dovere dello Stato di curare, èperchè in caso contrario si correrebbe il rischio di mettere in crisi equità nella fornitura dei servizi sanitari , cioè l'ultimo baluardo di welfare state ancora esitente.

Cristianesimo e capitalismo

Ieri sera sono uscito con delle persone, andiamo in un risto-pub ( queste nuove tipologie di locali che insieme svolgono centinaia di funzioni commerciali, in cui puoi fare di tutto dal bere una birra al comprare una casa, mentre giochi al videopoker e osservi l'icona del papa disposta accuratamente dal propietario a difesa del suo locale e contro la gura, spirito malefico della superstizione) e mentre in sottofondo si svolgeva una sfida canora al karaoke ( manifesazione della incapacità di vivere in assenza di esibizionismo) mi viene in mente una domanda che porgo al mio compagno di alluvione: " ma tu... ti interessi di politica?". Mentre attedevo curioso la risposta svolgevo le mie speculazioni filosifiche e statistiche giocando a dadi con la mia intuizione quando ad un certo punto noto un tale impegno nel preparare la risposta che penso tra me "ok è fatta,ci siamo,almeno non è un'ameba" ( rischio molto frequente quando si fanno nuove amicizie). Assumendo lo sguardo da Cicerone e atteggiamento parlamentare mi confida " si, mi interesso di politica, non mi piacciono i partiti, non credo nel pubblico, nello stato, mi piace Berlusconi anche se non sono di Forza Italia, apprezzo le capacità dialettiche di Fini. Tu invece mi sembri più dell'altro lato ( ed io penso a Nicki Vendola, lui sì' che è dell'altro lato...) diciamo che mi sembri comunista!" e aggiunge " mio padre è comunista non ti dico che casini a casa! pensa che io prima, fino ai 18 anni, ero iscritto al Fronte NAzionale!"e a quel punto nella mia mente scattano le immagini del facismo, duce, parate, preti e borghesi che in compagnia di giovani balilla cantano " giovinezza, giovinezza primavera....olelè olalà".Bevendo la Miller ( penso al mio amico Fabrizio in assenza del quale non riesco ad alluvionarmi) dico " bè diciamo che sono un cattolico non praticante di sinistra o in altri termini un egualitarista della crescita" a quel punto giro lo sguardo verso di lui e immagino di trovarlo morto sotto un vocabolario o fuggito in cerca di una ecicolpedia o defunto suicida. Bè certo penso tra me , non vale, io la risposta me l'ero preparata! Cmq mi risponde " strano...se sei cattolico dovresti essere di destra come me!".

A questo punto nasce in me la seguente riflessione sul Cristianesimo e capitalismo:

il cristianesimo è rivelazione divina , il capitalismo invece è quella particolare forma di sviluppo economico, civile e sociale che si è affermata empiricamente ed evoluzionisticamente, con la forza, perchè più capace di produrre benessere individuale e sociale di ltri sistemi. Dunque in realtà il cristianesimo e il capitalismo sono su sfere diverse,mparagonabili, non sono controntabili perchè l'uno, il cristianesimo è rivelazione dello spirito divino, l'altro il capitalismo è dominio della materia. Certo è vero che poi gli uomini vivono la propria esistenza biografica essendo sia spirito che materia e quindi poi alla fine è nella vita degli uomini che stridono le contrapposizioni che sono però per lo più formali o costruite. E' ovvio cioè che anche il credente, come l'ateo, vive nella società, nel capialismo ed anche se la sua vita non si esaurisce nello stesso , perchè il capialismo non può contenere ed estinguere il cristianesimo, il credente deve purtuttavia scegliere se schierarsi a destra o a sinistra nel momento in cui ovviamente abbia scelto di dedicarsi all'attività politica.Mi domando a questo punto. Qual'è la scelta ottimale per un credente? Il cristiano insomma è di destra o di sinistra? Se applichiamo le definizioni tradizionali di destra ( cioè conservazione dell'ordine sociale esistente e dell'attuale struttura di potere) e di sinistra ( cioè cambiameentodell'ordinamento sociale e di potere) allora diciamo che un cristiano in politica è sia di destra che di sinistra, nel senso che da un lato difende le istituzioni tradizionali della società ( famiglia, lavoro, gerarchia) e dall'altro attacca le diseguaglianze ( e quindi cambia la società in senso egualitarista). Ecco perchè molto spesso si parla di centro e di moderati. Ed ecco perchè in asenza di una grande forza politica di ispirazione catolica, cioè moderata e di centro, che operi nella società, alla fine si perde il significato di destra e sinistra. Solo se esiste un partito di centro è possibile affermare nella duplice contrapposizione competitiva un'identità di sinistra non conservatrice e di destra non rivoluzionaria, consentendo alla società di svilupparsi senza perdere le tradizioni e senza limitare il progresso dell'individuo.

E mentre pensavo tutto questo e ne parlavo con il mio amico vedevo che anche lui la pensava così e mi dice alla fine " però sei uno strano comunista" ed io a lui " anche tu non scherzi come conservatore!".

lunedì 18 dicembre 2006

Le elezioni mafiose o meglio il paradosso della democrazia

Queste righe che seguono sono il frutto di una riflessione relativa ad un articolo letto sul blog del Grosso ( grosso.iobloggo.com) che ringrazio.

Esitono in Italia diverse mafie. Le mafie sono in sotanziale competizione tra loro. Vi sono mafie endogene ( camorra, cosa nostra, 'ndrangheta e altre) e mafie esogene ( albanese, cinese ecc). Il territorio ialiano è comunque controllato dalle mafie italiane. Le mafie di importazione svolgono attività meno redditizie di quelle italiane. Perchè dico tutto questo? perchè le mafie sono in competizione e ogni mafia vuole due cose: potere e impunità. Il potere si acquisisce con le attività criminose ( droga, armi, appalti, voto di scambio nei confronti di tutti i partiti) e l'impunità si ottiene grazie all'influenza sul sistema politico.bene. Pensiamo ora alla camorra che controlla Napoli, cioè pensiamo a Napoli. Oggi i Napolteni possono contare su di un sindaco che è stato Ministro dell'Interno, un Presidente di Regione che è un uomo di potere vero, il Ministro della Giustizia e addirittura il Presidente della Repubblica! Nonostante ciò il disagio nella città è massimo. Questo perchè la camorra oggi ha non solo il potere ma anche l'impunità. Non voglio dire che i politici sono camorristi. Ma che certo loro avranno molta difficoltà a metter in carcere i loro elettori! ecco qui spiegato il paradosso della democrazia. La soluzione potrebbe essere una riduzione dei diritti politici ( elettorato attivo e passivo) a chi ha commesso un certo numero di reati efferati e riconducibili alle organizzazioni criminose. Quindi non solo i boss ma anche gli scagnozzi. Costoro non potendo più votare libererebbero, almeno in una certa misura i politici dal voto di scambio consentendo alla democrazia di attaccare la mafia che sarebbe un corpo esterno allo Stato. Oggi invece nell'attuale sistema le mafie sono un corpo interno allo Stato che addirittura controlla lo Stato.Ecco perchè l'abitudine del potente ( come la Iervolino dell'articolo) rispetto al male. Un'abitudine che deve invece essere trasformata in scandalo con la civile e democratica politica di azione culturale e istituzionale.

sabato 16 dicembre 2006

Teatro e capitale

Quando ero piccolo leggevo, leggevo tanto, e la mia mente immaginava luoghi felici in cui era dolce perdersi senza alcuna preoccupazione della realtà, del tempo,della materia.
Non so dire se fosse sul serio una incoscienz a o piuttosto una spiritualità pura che mi portava ad astrarmi dalla realtà, a cercare la compagnia di un libro, del suono della chitarra che mi sembrava fosse un sussurro tenero, un'immagine vivida d'una vita gioiosa semplice e senza null'altro che spirito.
Cosa cambia nell'essere grandi?
cambia proprio questo, il senso della fine, della vecchiaia,della morte e poi dall'altro lato la voglia terribile di essere qualcuno come se la professione o il ruolo sociale potessero riempire un vuoto che è vuoto dello spirito , mancanza di senso, privazione vitale.
Il capitalismo è un ottimo talent-scout e regista, capace di dare a ciascuno il ruolo che si "merita" per il quale è portato e l'individuo come tutti gli attori di teatro, recita una parte per la quale studia per anni e anni, ogni giorno convincendosi di essere un ingegnier, un avvocato, un politico, un imprenditore.
MA si sa il teatro è rappresentazione della realtà non è la realtà, e così come gli attori hanno difficoltà ad uscire dal "personaggio" allo stesso modo gli uomini nel capitalismo hanno difficoltà ad abbandonare la parte. IO non sono uno qualunque sono un avvocato! sono un magistrato! sono un parlamentare! e poi spenatsi la scena ecco che nasce il dramma il vero dramma. Quando non si lavora o quando ci si trova nei rari momenti in cui il personaggio non c'è e allora l'individuo scopre di essere una persona, di essere più grande del capitalismo, del socialismo, di ogni altra forma di organizzazione della società, di essere un uomo mortale, scopre la morte e con essa la vita, scopre il tempo.
Quando tutto questo avviene l'uomo è finalmente libero, L'uomo è finalmente uomo e paradossalmente proprio in quel momento ritorna bambino. Ritorna dolce come un onda il sogno vero d'una vita dello spirito.

giovedì 7 dicembre 2006

la casa dei pensieri

Che cos'è la casa dei pensieri?

E' quel luogo della mente in cui non esistono confini tra le ideologie , tra le religioni tra i saperi fondativi della conoscenza, è quel luogo in cui un uomo riscopre l'unità dell'essere nella mutevolezza dei tempi e dei linguaggi della comunicazione.